Economia - 24 aprile 2025, 07:30

Congiuntura Confcommercio: incertezza e calo di fiducia pesano sulla crescita

Si conferma nella prima parte del 2025 la difficoltà per le famiglie di trasformare i maggiori redditi reali in maggiori consumi

Congiuntura Confcommercio: incertezza e calo di fiducia pesano sulla crescita

Con il proseguire del 2025 l’incertezza, che per molti versi è stata la costante degli ultimi anni, più che diradarsi si moltiplica - l’ultimo colpo alla stabilità delle aspettative degli operatori è stato inferto dalla questione dazi - né si può prevederne, con qualche grado di fiducia, l’evoluzione. Gli effetti di questa situazione più che negli indicatori in alta frequenza, che mostrano ancora importanti spunti di positività come l’occupazione o il turismo, si manifestano sulla fiducia di imprese e famiglie, in ridimensionamento a marzo, e sulle oscillazioni repentine dei mercati finanziari.

Per l’Italia, sulla base degli indicatori congiunturali ufficiali, dopo un gennaio che per molti versi è risultato superiore alle aspettative, il bimestre febbraio-marzo sarebbe stato sensibilmente meno favorevole. Su questi mesi hanno inevitabilmente giocato un ruolo anche la differenza nei giorni lavorativi e la diversa collocazione della Pasqua, soprattutto per alcuni consumi.

Sulla base delle stime dell’Indicatori Consumi Confcommercio, i consumi calano nella metrica dei dati grezzi (-2,3% e -0,7% a febbraio e marzo), ma in termini destagionalizzati indicano nell’ultimo mese una crescita dello 0,4%, con modesti spunti di recupero sia per i beni sia per i servizi, segnale ancora troppo modesto per testimoniare un’inversione di tendenza. Si conferma, dunque, anche in questa prima parte del 2025, la difficoltà per le famiglie di trasformare i maggiori redditi reali in maggiori consumi. È il pezzo che manca a una più florida crescita.

Le turbative generate da effetti di calendario, anno bisestile e diversa collocazione temporale della Pasqua, pur rendendo più complessa la lettura dei dati, non nascondono il fatto che le famiglie continuino, in una situazione di fragilità della domanda, a privilegiare le spese per la fruizione del tempo libero, della cultura e della ricreazione. Per contro alimentari, vestiario e calzature, mezzi di trasporto, mobili ed elettrodomestici si confermano in riduzione.

In questo contesto l’inflazione, pur in moderato aumento, continua a non destare particolari preoccupazioni. Secondo le stime di Confcommercio ad aprile i prezzi al consumo sono attesi crescere dello 0,3% portando l’incremento su base annua al 2,2%. Il dato, in lieve risalita su marzo, potrebbe, stando anche alla stabilizzazione dell’inflazione di fondo e all’attenuarsi delle tensioni sugli energetici, rappresentare il picco di questa fase di moderata crescita dei prezzi.

Pertanto, maggiori redditi reali, tenuta dell’occupazione sui massimi, inflazione sotto controllo e politica monetaria accomodante, rappresentano ancora solidi presupposti per un impulso favorevole ai consumi che si tradurrebbe in una moderata ma significativa accelerazione del Pil. Ammesso che l’incertezza e la fiducia si stabilizzino.

Comunicato Stampa - l.b.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU